“LEZIONE D’ANATOMIA” Arrigo Boito



ANALISI DELLA POESIA “LEZIONE D’ANATOMIA” Arrigo Boito
Parafrasi: La sala è tetra: dal cielo scuro discende l’alba che si riflette sul freddo letto con una luce fioca. Chi dorme? Una malata di tisi morta ieri all’ospedale sottratta alla pace dei cimiteri e al funerale:tolta alla dolce cantilena del prete e al dormitorio, tolta alle gocce quiete come di rugiada dell’aspersorio. Delitto! Il suo petto sanguina attraverso una terribile ferita. Ed era giovane! Ed era bionda! Ed era bella! Con quel cadavere (unione infeconda! Conoscenza illusoria!) tu scienza umana aumenti il numero dei dubbi. Mentre il medico grida la sua lezione e cita adeguatamente Vesalio, Ippocrate, Harvey, Bacone, Sprengel e Koch, io penso ai dolci pensieri che hanno attraversato quella testa, ai sogni meravigliosi invano sognati da quella povera giovane. Penso alle mille cose impalpabili che si fondano sulla speranza! Finzione che scompare più facilmente che una strofe di quattro versi. Anche quella vergine senza sepoltura sperò nei momenti più melanconici, chiuse il suo cuore come un luogo sacro, ed ora il medico che glielo cava grida ed incalza: < style="mso-spacerun:yes"> le valvole> . Poi continua <> ed io sconvolto ritorno a leggere le mie visioni sul pallido volto. Scienza vattene con le tue leggi(che confortano l’uomo in quanto gli svelano i misteri del mondo)! Riconsegnami i mondi del sogno e dell’interiorità sia concessa pace ai defunti e ai moribondi. Perdona o pallida adolescente! O pia giovane , dolce e purissima fiore che viene meno di poesia! E mentre rievoco dentro di me quei bei sogni in quel cadavere si scopre un feto di trenta giorni.
La poesia è interamente percorsa da un tono macabro e lugubre come lascia ben intuire il titolo. Essa è formata da quattordici strofe composte da sei versi ciascuna, la prima strofe ci inserisce tramite una realistica descrizione nell’ambiente in cui si trova il poeta e in particolar modo le parole “lugubre”e “freddo letto” ci suggeriscono l’idea della morte che si presenta più esplicitamente a partire dalla seconda strofa. In essa il poeta sembra sottolineare il brutale e crudele trattamento che è stato riservato a quella povera giovane morta di tisi, il cui corpo è stato sottratto al riposo e alla pace del cimitero ed è stato privato delle giuste esequie. Il giudizio negativo del poeta nei confronti di tali pratiche si manifesta con l’esclamazione “Delitto!” che con la sua potenza ci lascia immaginare il poeta tuonare contro il crudele destino riservato al corpo della giovane. Ai versi 22, 23, 24 troviamo l’anafora di “ed era”, troviamo anche un climax ascendente tra i sostantivi “giovane”, “bionda”e “bella”. Nella quinta strofa il poeta mostra la sfiducia che egli nutre nella possibilità della scienza la quale secondo lui analizzando quel cadavere non farà altro che sollevare nuovi dubbi e incertezze. Troviamo una netta opposizione tra la sesta strofa nella quale viene tratteggiato l’atteggiamento del medico che continua a declamare a gran voce la sua lezione restando indifferente di fronte al dramma della morte, e la settima nella quale invece il poeta rivaluta il mondo dei sentimenti e si lascia andare a un sentimento di pietà nei confronti della fanciulla ormai defunta,la cui mente era stata attraversata mentre era in vita da sogni, speranze, desideri che per loro natura, come si può ben evincere dal destino della ragazza sono caduchi, labili e inconsistenti più dei versi di una poesia, e forse in quest’ ultima affermazione possiamo cogliere un giudizio autoironico di Boito sulla poesia.
Nella decima strofa il poeta descrive con crudo realismo ciò che avviene durante la lezione e ci rende manifesta la dissacrazione operata dalla scienza la quale viola, profana il cuore della fanciulla che mentre era in vita aveva custodito tutti i suoi più intimi segreti e desideri, ora invece,viene ridotto a vile materiale didattico. Risulta evidente la contrapposizione tra la freddezza, l’indifferenza, il distacco del medico che “svelle” il cuore della giovane e la compassione del poeta che rimane sconvolto dal fatto che la scienza non abbia alcun riguardo nei confronti dei morti, egli preferisce il mondo dell’immaginazione, dei sentimenti, dell’interiorità alla cruda realtà come testimoniano i versi della terzultima strofa. Infine assistiamo ad un fortissimo contrasto tra le ultime due strofe infatti nella penultima viene celebrata la purezza e il candore della fanciulla mentre nell’ultima viene completamente capovolta questa immagine che si è data alla ragazza poiché si scopre che in realtà era incinta. In questo componimento possiamo riscontrare un aspetto caratterizzante della scapigliatura che vuole turbare, stupire il lettore, e in questo caso tale volontà si concretizza innanzi tutto tramite la scelta di un tema piuttosto anticonvenzionale per una poesia come una lezione d’anatomia e poi tramite la provocatoria rivelazione che quella giovane aspettava un figlio, fatto questo che nella società del tempo era percepito come scandaloso e che nella mentalità dell’epoca suscitava sdegno e riprovazione morale.

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